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IL COMMERCIO ONLINE

Avviare un’attività di commercio elettronico (e-commerce) presenta, rispetto al commercio tradizionale, diversi vantaggi:
– riduzione dei costi di apertura, di gestione e di struttura
– numero ristretto di lavoratori dipendenti e/o collaboratori
– aumento dei margini di profitto grazie alla vendita diretta delle merci, senza la necessità di ricorrere ad intermediari
– visibilità del brand da parte di un’ampia platea di potenziali clienti rispetto al negozio fisico
– apertura giornaliera per 24 ore
– controllo in tempo reale del magazzino (ottimizzazione dell’approvvigionamento e riduzione delle giacenze)
– maggiore velocità nelle comunicazioni con i clienti soprattutto in ambito internazionale

È fondamentale pianificare attentamente ogni aspetto dell’attività perché si tratta di un business altamente competitivo: pianificare le strategie di marketing, lavorare sulla comunicazione e organizzare la struttura e il funzionamento del sito.

commercio elettronico

SCEGLIERE COSA VENDERE

Prima della pianificazione è necessario dedicare tempo e attenzione nella scelta dei prodotti da commercializzare: articoli materiali, articoli digitali (info-prodotti: software, e-book, video-corsi ecc.) o servizi (riparazione di smartphone, consulenze legali ecc.). 

In base alle tipologie di beni/servizi commercializzati elettronicamente e alla modalità di consegna, il commercio elettronico si divide in due distinte tipologie:
– commercio elettronico diretto: tutte le fasi della transazione avvengono online (ordine, pagamento e consegna), si tratta di cessione di beni digitali. Tali operazioni ai fini fiscali sono considerate prestazioni di servizi.
– commercio elettronico indiretto: l’ordine, ed eventualmente anche il pagamento, sono effettuati on-line, ma il bene viene fisicamente spedito al domicilio dell’acquirente. Tali operazioni fiscalmente sono considerate cessioni di beni. Inoltre il commercio elettronico si differenzia in base ai soggetti coinvolti nella transazione:

Inoltre il commercio elettronico si differenzia in base ai soggetti coinvolti nella transazione:

  • B2B (Business to Business): i soggetti coinvolti sono entrambi passivi IVA
  • B2C (Business to Consumer): il committente della transazione è un privato
  • C2C (Consumer to Consumer): i soggetti coinvolti sono entrambi privati

VENDITA DI BENI MATERIALI

Se si decide di vendere oggetti concreti, ovvero beni fisici, è necessario scegliere se produrli in qualità di artigiani o acquistarli all’ingrosso per poi rivenderli.  Inoltre è necessario optare tra l’offerta di un vasto assortimento che contempli una grande varietà di articoli o un numero limitato di referenze che appartengono a una nicchia di mercato specifica.

Nel primo caso (offerta di un vasto assortimento) è necessario puntare su un tratto distintivo che ci differenzi da tutti gli altri come la velocità di consegna, il prezzo, la qualità (per esempio il Made in Italy), i servizi aggiuntivi (per esempio modifiche sartoriali), le campagne pubblicitarie, le modalità di presentazione dei prodotti ed altre particolarità.

Oggi si può definire una strategia vincente la scelta di prodotti di nicchia, senza commettere l’errore di posizionarsi in una sotto-nicchia i cui effetti positivi potrebbero esaurirsi in breve tempo. I vantaggi di questa scelta sono molteplici: minor concorrenza, facilità di instaurare un contatto diretto con il cliente e quindi ottenimento di fidelizzazione, buon posizionamento nei motori di ricerca senza troppa fatica. Inoltre l’individualizzazione del target è più semplice, i clienti considerano il fornitore come un esperto del settore e la visibilità online è più ampia.

E’ necessario concentrarsi nell’ individuare un bisogno che non è sufficientemente soddisfatto in rete.
*Google Trends è un ottimo strumento per individuare le chiavi di ricerca più utilizzate online e quindi studiare l’andamento dell’interesse di un prodotto nel tempo. E’ utile anche durante l’attività di e-commerce, e non solo prima. Individuato il prodotto che ci interessa è importante anche scoprire cosa si dice in Rete in merito a quel prodotto, in particolare con riferimento agli influencer, soggetticapaci di indirizzare milioni di persone negli acquisti.
*Ninjaoutsearch, Insightpool e Klear sono software progettati per individuare i blogger e gli influencer più interessanti e analizzare il loro lavoro.
Altra azione fondamentale consiste nell’analizzare la concorrenza e i prezzi, visitando direttamente i siti o utilizzando strumenti come *Google Shopping, trovaprezzi.it o kelkoo.it .

Inoltre *SimilarWeb ci consente di monitorare il traffico di diversi siti web scoprendo in che misura vengono visitate le pagine dei concorrenti. Invece per analizzare il nostro sito si può utilizzare *Google AdWords.

Per trovare il prodotto vincente è utile tenere in considerazione le seguenti 6 caratteristiche:

  • Globalità: il prodotto deve avere caratteristiche adatte per essere acquistato in diversi Paesi
  • Trasportabilità: il prodotto deve avere dei costi di trasporto contenuti, pertanto è bene tenere in considerazione i costi di trasporto
  • Difficile reperibilità: i prodotti di nicchia potrebbero essere la strategia vincente in quanto difficili da reperire
  • Personalizzabilità: è difficile personalizzare i prodotti che si vendono online, ma una buona strategia potrebbe consistere nel dare la possibilità di scegliere almeno forma e colore
  • Criticità: è utile monitorare i tempi di consegna e i tempi di giacenza nei magazzini in quanto il prodotto non deve modificare le proprie caratteristiche in caso di giacenza prolungata
  • Intensità informativa: è risaputo che i prodotti con una descrizione appropriata ed esaustiva ricevano feedback positivi.

SCEGLIERE COME VENDERE

Una volta definito il prodotto o i prodotti da commercializzare, è necessario scegliere come vendere, se creare uno store indipendente, affidarci a un marketplace o utilizzare entrambi.
I marketplace mettono in relazione (contatto) chi compra e chi vende. Negli ultimi 5 anni si sono aggiudicati il 45% delle vendite online, grazie al loro nome dal mercato riconosciuto. Inoltre mettono a nostra disposizione una struttura informatica solida già testata e ci permettono di vendere più facilmente all’estero.
Ovviamente affidarsi a un marketplace ha dei costi fissi e variabili: un abbonamento e una percentuale sulle vendite. La difficoltà è farsi notare tra molti venditori, oltre alla difficoltà di fidelizzazione dei clienti in quanto non abbiamo controllo su alcuni dati e sulle informazioni che li riguardano.
L’e-commerce indipendente permette di non dover riconoscere una percentuale sul venduto e di non avere vincoli sui prezzi, ma i costi per l’avvio dell’attività possono essere consistenti. Inoltre la gestione di tutta l’attività è in completa libertà e prevede che ci si occupi in autonomia anche di pubblicità e logistica. Occorre avere un’esperienza minima sul web e almeno 15.000 € circa da investire.
Per creare una piattaforma e-commerce e renderla accessibile è necessario acquistare un dominio assegnando un nome che lo identifichi in maniera univoca. Esistono tre tipologie di piattaforme e si differenziano per costo, facilità d’uso e livello di personalizzazione/funzioni:

  • Open-source : liberamente utilizzabili e modificabili 
  • Software a pagamento sviluppati da aziende (proprietarie)
  • SaaS (Software as a Service): programmi e servizi online parzialmente configurabili venduti in abbonamento mensile o annuale.

In caso di indecisione è opportuno fare una prova su Shopify, sito che dà la possibilità di creare il proprio negozio online e poterlo trasferire anche su altre piattaforme. È facile da usare ma essendo un sito “preconfezionato” non è molto personalizzabile. Prevede una prova gratuita di 14 giorni e poi un abbonamento conveniente.
Un altro canale per far conoscere i propri prodotti e venderli è Facebook, grazie alla sezione Negozio. Per poter accedervi sono sufficienti l’account Shopify e la Pagina Aziendale Facebook.

NORME FISCO E BUROCRAZIA

Il commercio di prodotti rientra nell’attività di vendita occasionale quando i ricavi dell’attività, in capo alla persona fisica, non superano i 5.000,00 € nell’anno solare; non è necessaria l’apertura della partita IVA né l’iscrizione alla Gestione Inps Commercianti.
Se in corso d’opera i ricavi superano i 5.000,00 €, è necessario aprire una posizione IVA, iscriversi alla camera di commercio e dotarsi di copertura previdenziale.
Chi commercia ha come riferimento previdenziale l’Inps gestione commercianti.
Chi svolge in maniera prevalente un’attività artigiana anche se commercia online ha come riferimento l’Inps gestione artigiani.
Chi presta servizi pur commercializzando online tali prestazioni, l’Inps gestione separata.
*La Gestione Separata è un fondo pensionistico finanziato dai contributi previdenziali dei lavoratori assicurati compresi i lavoratori autonomi, i liberi professionisti che non sono iscritti ad un albo, i volontari del servizio civile e altre categorie simili. Le aliquote contributive, previdenziali e assicurative da versare alla cassa si differenziano in base alla professione svolta. Sono soggetti a tale iscrizione tutti coloro che svolgono attività’ di lavoro autonomo non commerciale (prestazioni di servizi) non essendo iscritti ad una cassa di previdenza privata. Per esemplificare sono iscritti a casse di previdenza privata Dott. commercialisti, Avvocati, Ingegneri, Medici e tante altre categorie di prestatori di servizi professionali che svolgono una professione così detta protetta ovvero che richiede una abilitazione prevista dalla Legge. Sono lavoratori autonomi senza Cassa privata i maestri di musica, gli istruttori di Yoga, i coaches, ed esercenti altre discipline come gli insegnanti che svolgono liberamente la loro professione.

La vendita occasionale, ovvero l’esercizio non abituale dell’attività, prevede come unico adempimento burocratico la dichiarazione dei redditi poiché i profitti di queste attività ricadono nei redditi diversi e vanno indicati nel Modello Redditi Persone Fisiche Quadro RL ovvero Modello 730 quadro D. Se nell’intero anno fiscale, al netto dell’abitazione principale e relative pertinenze, il reddito è inferiore a 4.800,00 € non si è tenuti a dichiarare i proventi delle piccole vendite online.
Si tratta di attività di vendita professionale e abituale, al contrario, quando i ricavi dell’attività superano i 5.000,00 € nell’anno solare ed è necessario, a tal punto, mettersi in regola come se si trattasse di esercitare l’attività in un negozio fisico. Tale limite rappresenta la soglia oltre la quale l’attività non e’ più considerata occasionale bensì abituale con conseguente obbligo alla regolarizzazione sia fiscale che contributiva.
Nel caso di apertura di una nuova attività dedicata al commercio elettronico è necessario rivolgersi alla Camera di Commercio, avvalersi del Registro delle Imprese ed espletare la pratica della Comunicazione Unica (è necessario essere in possesso della firma elettronica digitale e di un indirizzo di Posta Elettronica Certificato).
Se si ha intenzione di vendere i propri prodotti a clienti che risiedono in un Paese dell’Unione Europea è necessario iscriversi anche alla banca dati VIES. 
Nel caso in cui si voglia ampliare un’attività già avviata, essendo in possesso dei permessi di vendita, è sufficiente aggiornare i propri dati presso la Camera di Commercio di riferimento dopo aver comunicato l’inizio dell’attività di commercio elettronico al Comune in cui ha sede l’azienda, utilizzando la procedura online Comunicazione Unica. Inoltre è necessario aggiungere all’attività il Codice Ateco relativo al commercio via Internet.

PARTITA IVA

Esistono due tipologie di regimi fiscali per chi attiva una posizione Iva, ma il suggerimento per chi si approccia la prima volta al commercio ed in particolare al commercio elettronico è avvalersi del Regime Forfetario. Tale regime presenta diversi vantaggi: la tassazione al 5%, lo sconto contributivo del 35%, un abbattimento dei ricavi su base forfetaria in quanto gli acquisti non vengono registrati ma presi in considerazione a forfait. Per i forfetari inoltre non è obbligatorio il Registro dei Corrispettivi, ma è consigliabile comunque compilarne uno per tenere sotto controllo le vendite.

È possibile aprire una Partita Iva senza pagare i contributi INPS solo nei seguenti casi:

  • se il soggetto è un lavoratore dipendente full-time
  • se il soggetto è un lavoratore part-time con un monte ore che si avvicina a quello del full-time (in questo caso la scelta è a discrezione dell’INPS a cui va presentata una domanda specifica)
  • se il soggetto rientra nel regime forfetario può richiedere una riduzione del 35% dei contributi INPS, che incidono sul fondo pensionistico, pertanto è necessario valutare attentamente la convenienza della richiesta

VENDITA DI PRODOTTI MATERIALI

In Italia:
Per la vendita di prodotti materiali è obbligatorio emettere fattura solamente se il cliente è un’azienda italiana (se il contribuente ha aderito al regime forfetario, con marca da bollo del valore di 2,00 € se l’importo è pari o maggiore a 77,40 €). Se il cliente è un privato non è obbligatorio emettere fattura, ricevuta o scontrino, a meno che il cliente non lo richieda, né certificare i corrispettivi mediante il rilascio dello scontrino o della ricevuta fiscale ma è necessario unicamente annotare gli importi delle vendite nel proprio Registro dei Corrispettivi di Vendita giornalmente.

In UE:
Se si commercializzano prodotti con paesi dell’Unione Europea e i ricavi annuali sono compresi tra 35 mila e 100 mila Euro, in base alla soglia prevista per il singolo Stato estero, bisogna provvedere all’accreditamento ai fini IVA nel paese UE interessato. Si emette una duplice fattura: una per l’Italia non imponibile ai fini IVA e l’altra valida per lo specifico paese UE, con applicazione dell’aliquota prevista. E’ quindi obbligatorio identificarsi nel Paese di riferimento, aprendo una Partita Iva Estera o servirsi di un terzo soggetto che emetta la fattura (rappresentante fiscale) per proprio conto.

Se il ricavo è inferiore alla soglia (35 mila – 100 mila) ci si comporta come se l’acquirente fosse italiano. In questo caso si emette una fattura indicando che si tratta di operazione esente dal calcolo e dall’applicazione dell’IVA. L’acquirente dovrà pagare la percentuale relativa all’imposta sul valore aggiunto prevista dal suo Paese di residenza. Venditore e acquirente devono entrambi compilare il modello Intrastat richiesto dall’Agenzia delle Dogane.

Export:
Per esportare i propri prodotti è necessario che l’operatore presenti la dichiarazione all’ufficio doganale di esportazione, la dogana conceda l’autorizzazione allo svincolo delle merci, consegni al dichiarante il DAE completo di un codice autentico e trasmetta un messaggio elettronico perché i prodotti possano uscire dalla dogana del Paese ricevente.

VENDITA DI PRODOTTI DIGITALI

Le operazioni di cessione online di beni digitali sono considerate prestazioni di servizi e sono sempre soggette all’emissione di fattura.
Se l’acquirente è un privato italiano o di altro Paese dell’Unione Europea o un’azienda o professionista italiano, è necessario emettere fattura comprensiva di aliquota IVA. Se l’azienda o il professionista acquirente risiedono in un altro Paese dell’Unione Europea, la fattura deve essere emessa senza l’applicazione dell’IVA (Operazione in inversione contabile articolo 7-ter, comma 1, lett. A, DPR 633/1972).
Se il cliente privato, azienda o professionista risiedono in un Paese extraeuropeo la fattura deve essere emessa senza applicare l’IVA (Operazione non soggetta a IVA,articolo 7 septies, lett. i, DPR 633/1972).

REGISTRO DEI CORRISPETTIVI

Il registro dei corrispettivi è obbligatorio e la compilazione deve avvenire entro il giorno non festivo successivo alla vendita. Le fatture emesse nei confronti dei soggetti passivi iva che le richiedono possono essere inserite in una sezione a parte del registro oppure si può compilare un secondo registro dedicato solo alle fatture.  E’ consigliabile utilizzare un registro elettronico (foglio Excel). Inoltre è bene ricordarsi di compilare il registro al momento della vendita e non al momento dell’incasso che può essere successivo. Nel caso in cui la commercializzazione avvenga su un Marketplace al quale si riconosce una commissione, non si deve commettere l’errore di registrare la vendita al netto delle commissioni, ma al lordo delle commissioni in quanto queste ultime rappresentano un costo.

CONTRIBUTI E IMPOSTE

I contributi da versare da parte di un commerciante equivalgono al 24,09% del reddito maturato, con un versamento minimo di circa 3800 € annuali. La percentuale non è dovuta sulle somme eccedenti il reddito di € 75.000,00 ( Settantacinquemila/00).  Il versamento minimo si suddivide in 4 tranche, mentre l’eccedente in 2 tranche. Il reddito viene calcolato sottraendo le fatture di acquisto ed altri costi contabilizzati, alle fatture di vendita. Nel regime forfetario, invece, il reddito è rappresentato dal 40% del fatturato (per il codice attività del commercio online) ed è possibile richiedere una riduzione del 35% dei contributi previdenziali. Occorre sempre valutare se conviene approfittare della riduzione o versare l’intera somma poiché le somme versate alla previdenza contribuiranno a determinare il nostro assegno pensionistico.

Per quanto riguarda le imposte, la base di calcolo nel regime forfetario viene rilevata sottraendo al coefficiente di redditività (40%) i contributi. Le imposte ammontano al 5% se si tratta di una start up e nel caso in cui l’eventuale partita iva precedentemente attivata sia stata cessata da almeno 3 anni, diversamente ammontano al 15% dell’imponibile. Nel regime tradizionale od ordinario, la base di calcolo delle imposte viene rilevata sottraendo i costi al fatturato. Le imposte comprendono l’IRPEF (dal 23 al 43% in base al reddito maturato) oltre alle addizionali regionali e comunali che dipendono dal territorio in cui ha sede l’impresa, indicativamente il 2% complessivo. Le società di capitali hanno una propria tassazione fissa (Ires 24% oltre Irap al 3,9 %) che si sommano ad un ulteriore 26% tassato in capo ai soci nel caso di distribuzione di dividendi. Le imposte vengono versate due volte all’anno: a giugno e a novembre. Le società di persone affrontano la tassazione in modo simile alle ditte individuali, essendo il reddito imputato ai soci per trasparenza, non vige per esse il regime forfetario, destinato esclusivamente alle Ditte individuali. Il regime della trasparenza può essere opzionato anche dalle società di capitali a determinate condizioni.

ASPETTI LEGALI RELATIVI ALLA VENDITA

È importante pianificare nel dettaglio la gestione postvendita e istituire delle procedure standard da seguire per gestire resi, sostituzioni, rimborsi, danneggiamento, ritardi di consegna.

La transazione inizia con una nota d’ordine, che sancisce l’accettazione da parte del cliente dell’offerta pubblicata e il conseguente acquisto del prodotto selezionato. Nell’ottica di prevenire alcun tipo di problema la nota d’ordine deve riportare: l’identificazione delle parti, l’oggetto acquistato e le sue caratteristiche, il prezzo comprensivo di imposte, tasse e spese di spedizione, la presa visione e accettazione delle condizioni generali e dell’informativa sulla privacy da parte del cliente, indicazioni sui tempi di spedizione, sostituzione, rimborso eccetera.

Per la soluzione delle controversie post vendita, qualora il proprio customer care non sia in grado di risolvere le problematiche, è possibile avvalersi di un giudice che deve operare nei pressi del luogo di residenza o domicilio del cliente, o appoggiarsi a organismi di media-conciliazione che agevolano il dialogo e il raggiungimento di un accordo extragiudiziale. Un’alternativa è quella di affidarsi al Consorzio Netcomm: per prima cosa è necessario richiedere il sigillo di Netcomm per certificare la sicurezza e la qualità della merce che offriamo e del nostro servizio. Chi espone il sigillo Netcomm viene riconosciuto come un commerciante che offre un’esperienza di shopping curata, un servizio facile da usare, conveniente e a norma di legge. Per ottenere il sigillo sono necessari diversi requisiti. Una volta diventati parte del consorzio, i nostri clienti potranno avvalersi del servizio di Conciliazione Paritetetica Netcomm-AACC.

AMAZON

Amazon è il motore di ricerca più utilizzato per lo shopping. Affidarsi ad Amazon per vendere i propri prodotti presenta vantaggi e svantaggi.

Vantaggi:

  • la massiccia presenza online di Amazon garantisce ai venditori un notevole flusso di visualizzazioni che possono trasformarsi in volumi di vendita
  • la gestione dell’account da venditore è molto semplice e Amazon offre un Servizio Venditori che risponde tempestivamente alle richieste

Svantaggi:

  • oltre al costo fisso dell’abbonamento, il venditore è tenuto a riconoscere ad Amazon una percentuale sulle vendite
  • se ci si affida alla logistica di Amazon è impegnativo monitorare il magazzino poiché non si ha diretto controllo sulle giacenze
  • Amazon si occupa in piccola parte della promozione dei prodotti pertanto è necessario curare la promozione attraverso le pagine social o affiancando un e-commerce autonomo (per esempio su Shopify) per moltiplicare la propria presenza sul web
  • sui prodotti già presenti sul catalogo di Amazon la concorrenza è molto intensa, mentre su prodotti con il proprio marchio è più facile trovare clientela potenzialmente fidelizzabile

Per diventare venditore Amazon è necessario possedere i requisiti seguenti:

  • indirizzo e-mail
  • carta di credito in corso di validità
  • dati personali/dell’azienda
  • recapito telefonico
  • contatti e documento d’identità C.I. di una persona di riferimento
  • conto corrente aperto in uno dei paesi dell’Area Euro o in Australia, Canada, Hong Kong, India, Nuova Zelanda, USA, UK

Le opzioni per diventare un Seller di Amazon sono due: Amazon FBA e Amazon FBM. Il Seller è un venditore di terze parti che vende i propri prodotti attraverso la piattaforma direttamente all’acquirente finale. L’altra possibilità è quella di diventare Vendor, ovvero vendere i propri prodotti ad Amazon che a sua volta li vende al cliente finale. In questo caso il cliente del Vendor è Amazon.

AMAZON FBA (Fulfillment by Amazon)

Il servizio FBA propone un’agevolazione significativa al Seller su molti aspetti dell’organizzazione della propria attività:

  • gestione inventario
  • stoccaggio merce
  • spedizione e imballaggio
  • assistenza post vendita/servizio clienti

I passaggi della vendita con il servizio FBA sono:

  • ricerca accurata dei prodotti da vendere
  • creazione di un elenco degli articoli selezionati
  • preparazione dell’ordine da inviare ai magazzini di Amazon
  • disimballo e conservazione dei prodotti (a carico di Amazon)
  • messa in vendita (a carico di Amazon)
  • spedizione dei prodotti (a carico di Amazon)*

*eventuali feedback negativi relativi alla logistica non avranno effetto su di noi ma su Amazon

Gli abbonamenti per il servizio FBA hanno i seguenti costi:

  • fino a 40 spedizioni al mese è gratuito e si riconosce ad Amazon una somma di 0,99 centesimi di commissione per prodotto venduto
  • oltre le 40 spedizioni al mese il canone mensile è di 39,00 € + IVA e la commissione ammonta a circa 15% del prezzo totale di vendita del prodotto in base alla categoria e alle quantità vendute

A prescindere dall’abbonamento scelto vanno aggiunti altri costi che ammontano a circa 30,00 € legati al singolo prodotto:

>Legati alla vendita

-spese di gestione degli ordini

-pick&pack per unità (disimballaggio e imballaggio)

-gestione per chilo di peso per unità ordinata dal cliente

-immagazzinaggio per metro cubo al mese

>Software per la ricerca del prodotto

>Certificazione obbligatoria UPC Barcode

>Eventuali spese doganali

>Legati alla Logistica

-commissioni che variano in base alle dimensioni e al peso dell’articolo

-gestione dell’ordine e dello stoccaggio dell’inventario

-tariffa semestrale per le unità che rimangono ferme

Vantaggi:

-possibilità di ottenere la categoria Prime per i propri prodotti che verranno visualizzati prima degli altri

Svantaggi:

-costi aggiuntivi

-perdita del controllo sui clienti

-perdita dei dati dei clienti

-rischio di trascurare le attività collaterali alle vendite come la pubblicità

Obblighi amministrativi:

Amazon invia al venditore una fattura elettronica mensile via e-mail contenente le commissioni o gli altri importi dovuti ma non emette fatture comprensive di IVA agli acquirenti, è responsabilità del venditore.

Per operare con Amazon FBA è necessario essere in possesso della Partita Iva. Di seguito i passaggi iniziali per poter avviare un’attività con il servizio FBA:

-richiedere all’Agenzia delle Entrate un numero di Partita Iva

-iscriversi al Registro Imprese presso la Camera di Commercio di riferimento

-iscriversi alla Gestione Commercianti  l’INPS

-certificare al comune l’inizio della nuova attività tramite la SCIA

-solo in caso di assunzione di lavoratori dipendenti iscrizione all’INAIL

AMAZON FBM (Fulfillment by Merchant)

Con questa tipologia di abbonamento, il venditore ha il controllo su tutta la filiera della vendita pertanto è necessario garantire puntualità nelle spedizioni, risposte immediate agli ordini e cercare di ricevere feedback positivi. Per Amazon il giudizio dei clienti ha un peso enorme e tiene conto di qualsiasi valutazione per concedere benefit o al contrario bloccare i venditori.

La sfida costante per un venditore FBM è contenere i costi di spedizione oltre che lavorare bene per ottenere la categoria Prime (con FBA è garantita).

Abbonamento e costi:

Il costi di un venditore FBM sono l’abbonamento mensile da 40,00 € e la percentuale (circa il 15% del prezzo totale pagato dall’acquirente) sulle vendite. Le altre spese dipendono dalla selezione dei fornitori che si occupano della gestione e dello stoccaggio delle merci. Solitamente è necessario almeno un magazziniere. Inoltre il venditore si deve occupare dell’aggiornamento delle schede prodotto, promozione del catalogo, ordini, bolle di consegna, prenotazione dei corrieri, fatture e cura del cliente nella fase post- vendita.

VENDITE INTERNAZIONALI:

Con Amazon è più facile vendere all’estero poiché la registrazione all’account europeo permette di vendere nei marketplace di Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna.

Per oltrepassare i confini europei è necessario creare altri account dedicati a Nord America, Giappone e India.

COS’E’ LA BUY BOX?

La Buy Box permette di aumentare le proprie vendite perché consente di ottenere maggiore visibilità e quindi essere scelto più facilmente dagli acquirenti.

Per vincerla è necessario avere un account professionale (con abbonamento mensile) e garantire buone performance operative. I venditori che hanno un rating più alto vengono messi in lista da Amazon, che si basa su: chiusura perfetta degli ordini, numero degli ordini difettosi, numero degli ordini cancellati, numero degli ordini in ritardo, numero degli ordini rimborsati.

Il punteggio del rating viene mantenuto privato mentre il feedback dei clienti (recensioni) è visibile a tutti.

Le variabili più importanti per aggiudicarsi la vincita sono: spedizione veloce, disponibilità degli articoli, cura della fase post-vendita (si consiglia di rispondere ai clienti entro 12 ore) e il prezzo.

I criteri sono molteplici perché Amazon tende ad aggiornare spesso la lista dei candidati a vincere la Buy Box in modo che i venditori si impegnino sempre a garantire il servizio migliore.

SELLER CENTRAL

La Seller Central è la centrale di vendita accessibile dal profilo di venditore aziendale e vi si trovano tutte le informazioni legate al profilo di commercianti Amazon. Esiste anche la versione app Seller Amazon da scaricare sugli store dedicati ai dispositivi mobile IOS e Android.

Una delle prime attività da Seller di Amazon è inserire i nostri prodotti a catalogo (“listing Amazon”).  Ogni prodotto deve avere un codice a barre EAN ed è necessario avere bene in mente a quale categoria di vendita dovrà appartenere ogni prodotto perché questa scelta influenza le informazioni da fornire e il potenziale successo del prodotto.

Dopo aver selezionato la categoria, compare la scheda prodotto, divisa in sezioni, da compilare in maniera corretta ed esaustiva per poter presentare al meglio il prodotto ed evitare controversie da parte dei clienti (feedback negativi). Terminata la compilazione della scheda prodotto è necessario convalidare il modello e spostarsi nella sezione caricare un file inventario e completare  la procedura.

La scheda prodotto può essere modificata ma è necessario compilare fin da subito con cura i bullet points (punti forza) prestando attenzione alle seguenti informazioni: titolo descrittivo, immagini, punti di forza, parole chiave, completezza delle informazioni.

Amazon Brand Registry: è il registro dei marchi di Amazon che riunisce tutti i marchi di coloro che si affidano ad Amazon per rendere i propri prodotti adatti alla vendita e acquisire privilegi che facilitano la commercializzazione in particolare essere riconosciuti come proprietari di un brand.

RECENSIONI

Su Amazon chiunque può lasciare un feedback, ma non avranno la dicitura “acquisto verificato” quelli rilasciati da chi non ha acquistato i prodotti. Ciascun feedback è composto da un testo e un voto espresso sotto forma di stelline.

Amazon utilizza un algoritmo per individuare le recensioni migliori che vengono visualizzate immediatamente sotto al prodotto. Gli articoli con più recensioni positive hanno dei benefici in termini di posizione di visualizzazione e generalmente mostrano tassi di conversione maggiori. Esistono anche recensioni sul venditore, ma non hanno un ruolo sul posizionamento del prodotto.

Un buon metodo per aumentare il numero dei feedback è inviare e-mail post-acquisto ai clienti chiedendo loro di lasciare una recensione.

GARANZIA

Secondo Amazon, un reclamo è giustificato quando:

-la consegna dell’ordine non avviene entro 3 giorni di calendario successivi alla data prevista

-l’articolo ricevuto è danneggiato

-il cliente decide di restituire un articolo e non è stato rimborsato

AMAZON VENDOR

Diventare Amazon Vendor significa vendere i propri prodotti ad Amazon e non su Amazon.

Amazon diventa proprietario della merce acquistata e la rivende gestendo autonomamente tutte le fasi del processo: logistica, spedizione, marketing e prezzo al pubblico.

Il vantaggio principale è avere una maggiore visibilità e di conseguenza una vendita più ampia, ma Amazon richiede standard elevati sia a livello di servizio che di prodotto.

Inoltre Amazon decide le condizioni di fornitura (tempistiche brevi), ha controllo sull’inventario (decide quanti pezzi acquistare) e decide autonomamente il prezzo al pubblico.

LA SPEDIZIONE

Per un e-commerce è fondamentale avere un sistema logistico che funzioni pertanto è necessario scegliere un corriere espresso che consegna in 24-48 ore e assicurare la merce adeguatamente.

Su Amazon gli acquirenti si aspettano di avere una consegna veloce e gratuita oltre una certa cifra spesa.  E’ difficile competere con Amazon, ma è necessario ridurre entro termini ragionevoli i tempi di consegna o mantenerli più lunghi ma curare il packaging e la customer care. E’ importantissimo aggiornare con costanza i clienti sullo stato di elaborazione dell’ordine.

Quando si sceglie un corriere è necessario fare attenzione alle spese accessorie e il più adatto al tipo di prodotto commercializzato. Per esempio con il corriere SDA il cliente ha l’opportunità di scegliere se ricevere il pacco a casa o ritirarlo presso un ufficio postale, ma non è adatto alle spedizioni ingombranti come BRT. UPS invece offre la possibilità di ricevere i pacchi in fasce orarie prestabilite.

SITO WEB

Per legge il sito Web deve riportare una serie di informazioni:

-nome del negozio/nome cognome della persona fisica o della società

-numero di telefono e/o indirizzo di posta elettronica

-ragione sociale

-numero di iscrizione al Registro delle Imprese

-numero di Partita IVA

– (se si tratta di società di capitali) il capitale sociale versato ed effettivamente esistente, l’eventuale stato di messa in liquidazione e l’eventuale esistenza di un socio unico

Inoltre dovremmo inserire:

-informativa sulla Privacy per gestire correttamente i dati del cliente

-informazioni chiare sulle caratteristiche della merce

-modalità e spese di spedizione

-modalità di pagamento accettate

-modalità di consegna

-trattamento dei reclami

LE STRATEGIE SEO

Le tecniche SEO (Search Engine Optimization) servono a migliorare il posizionamento del sito sui motori di ricerca in modo naturale, cioè senza pagare una campagna ADS per comparire tra i primi risultati. Essere ai primi posti nella parte organica dei motori di ricerca, garantisce sicuramente maggiore visibilità ma ha comunque dei costi che variano a seconda della Web Agency alla quale ci si rivolge.

 
È necessario costruire un bel sito:

-il sito deve essere responsive, ovvero adattarsi a tutti i dispositivi mobile (telefonini e tablet) ed alle diverse dimensioni degli schermi dei computer.

-deve contenere risposte precise

-deve contenere contenuti interessanti che potrebbero essere linkati da altri siti e quindi aumentare la nostra visibilità

-i testi devono contenere le keywords (parole chiave) giuste, meglio se specifiche e non generiche. Per pianificare le parole chiave si può usufruire di uno strumento offerto da Google (*Keyword Planner di Google Ads) per capire quali combinazioni di parole chiave vengono cercate maggiormente e quanti risultati danno.

Anche Amazon ha un suo motore di ricerca interno. Per migliorare la SEO sul marketplace sono fondamentali le keyword presenti nel titolo e nella descrizione dei prodotti, le recensioni, le caratteristiche del venditore date dai feedback e dalle vendite.

PUBBLICITA’

Investire in pubblicità può aumentare notevolmente il volume delle vendite.

È importante

-avere un sito aggiornato e curato, e ottimizzato per i dispositivi mobile

-i contenuti devono rispondere a una strategia definita

-curare l’aspetto emotivo per coinvolgere i clienti e portarli ad acquistare i prodotti

-inserire le offerte nelle pagine principali

-invitare chi visita il sito a iscriversi alla newsletter in cambio di uno sconto

-dare visibilità alle recensioni dei clienti

-inserire un blog con contenuti interessanti

-creare pagine social (Instragram, Facebook, Pinterest, ecc.)

-creare un canale You Tube

-investire in campagne Google Ads per comparire tra i primi risultati di ricerca

-non sottovalutare il passaparola e il parere degli Influencer

Su Amazon è possibile usufruire di alcune campagne a pagamento:

-offerte dinamiche: i prezzi vengono modificati in tempo reale quando è più probabile che si trasformino in vendita

-offerte fisse: il venditore decide di modificare l’ammontare dell’offerta speciale

DROPSHIPPING

Il dropshipping è una modalità di vendita mediante la quale un venditore effettua la cessione di prodotti ai consumatori finali, senza possederli materialmente nel proprio magazzino. Operativamente nel dropshipping intervengono tre soggetti: un soggetto passivo d’imposta interviene nella compravendita, in qualità di intermediario, senza possedere materialmente la merce da vendere, e preso a carico l’ordine dell’acquirente finale, si occupa di trasmetterlo al fornitore, che spedirà la merce direttamente all’acquirente finale. L’intermediario cura la pubblicizzazione dei prodotti online.

Anche su Amazon è possibile vendere in Dropshipping. È consigliato creare sia il proprio e-store, inserendo i propri prodotti in dropshipping che creare un account venditore su Amazon (Seller) caricando nel marketplace gli articoli.  È comunque possibile operare anche senza il proprio e-shop.  Il procedimento su Amazon è molto semplice: ogni volta che si riceve un ordine non bisogna fare altro che contattare il proprio fornitore e far spedire la merce all’acquirente. Con questa modalità di vendita, ci si deve occupare delle spedizioni (non è possibile operare in dropshipping con il servizio FBA) ed è necessario tenere conto sia delle commissioni dovute al venditore sia di quelle dovute ad Amazon. Una piattaforma molto interessante per affiancare un proprio e-store all’account Amazon è *uDroppy.

I 5 vantaggi della vendita in dropshipping sono:

-tempi rapidi: molti commercianti del dropshipping svolgono l’attività come secondo lavoro poiché richiede minor tempo rispetto al commercio tradizionale o online

-investimento basso: non è necessario avere una disponibilità economica importante in quanto l’avvio di questa attività non comporta, per esempio, l’acquisto di uno stock di merce

-quando vuoi e dove vuoi: per svolgere l’attività di dropshipping sono sufficienti un PC e una connessione internet

-spedizioni e consegne: colui che si occupa delle spedizioni e delle consegne è il fornitore della merce

-business scalabile: non serve possedere un magazzino

Per operare in dropshipping è obbligatorio essere in possesso della Partita Iva in quanto non rientra nelle attività di vendita occasionali. Per avviare l’attività è necessario, come per il commercio online, inviare telematicamente le seguenti comunicazioni: richiesta del numero di Partita Iva con codice Ateco (479110) all’Agenzia delle Entrate, l’iscrizione al Registro presso la Camera di Commercio, l’iscrizione alla Gestione Commercianti all’INPS e la SCIA al Comune (solitamente di residenza perché di opera in dropshipping solitamente lo fa dalla propria abitazione).

Il dropshipping rientra nel commercio elettronico indiretto (non tutta la transazione commerciale avviene online, la consegna è fisica) e nelle vendite a distanza (il consumatore è un privato, la spedizione viene fatta dal fornitore stesso o da un terzo per suo conto) pertanto è necessario emettere fattura solo se richiesta dall’acquirente ma è obbligatorio registrare le vendite nel Registro dei Corrispettivi. L’obbligo di fatturazione entra in vigore quando l’acquirente è soggetto a Partita Iva e sta facendo un acquisto inerente alla propria attività.

Il dropshipping comporta la triangolazione Iva in quanto l’operazione prevede tre soggetti economici diversi (appartenenti a Paesi diversi UE e extra-UE), ci sono due contratti di cessione e un unico passaggio di bene dal fornitore al cliente finale. Esistono tre tipologie di triangolazione IVA (casi):

-Triangolazione Nazionale: i soggetti sono un fornitore italiano, un marketer italiano e un cliente tedesco (UE). Il fornitore italiano emette al marketer italiano una fattura non imponibile Iva ART. 58 perché si tratta di un’operazione interna e al cliente tedesco una fattura non imponibile Iva ART. 41 perché si tratta di una cessione intracomunitaria dall’Italia alla Germania.

-Triangolazione Comunitaria: i soggetti sono un fornitore tedesco (UE), un marketer italiano e un cliente francese (UE). Il fornitore tedesco emette al marketer italiano una fattura non imponibile Iva ART. 38 perché si tratta di un acquisto intracomunitario e al cliente francese una fattura non imponibile Iva ART. 41 perché si tratta di una cessione intracomunitaria dall’Italia alla Francia.

-Triangolazione Extracomunitaria: i soggetti sono un fornitore cinese (non UE), un marketer italiano e un cliente tedesco (UE). Il fornitore tedesco emette al marketer italiano una fattura fuori campo Iva ART. 7, perché non sta facendo né un’esportazione né una cessione comunitaria in quanto i beni non passano all’interno dell’Unione Europea, e riceverà dal fornitore cinese una fattura che andrà registrata in contabilità generale perché non rientra in ambito Iva.

Per operare in Dropshipping è obbligatorio iscriversi al VIES (elenco di soggetti con Partita Iva che comprano e vendono prodotti all’interno dell’UE) per evitare di incorrere in problematiche trattandosi di una transazione commerciale che comprende più soggetti appartenenti spesso a paesi diversi. L’iscrizione è gratuita ed è consigliabile effettuarla nel momento in cui si apre la partita Iva.

Esistono tre diverse modalità di vendita in Dropshipping:

-seguire il processo autonomamente dalla selezione dei fornitori, alla creazione del sito fino al monitoraggio dei rapporti tra clienti e fornitori

-acquistare una soluzione preconfezionata offerta dal fornitore, il quale propone un’affiliazione al marketer per poter operare all’interno di un sito pagando un canone al proprietario. Non essendoci differenziazione aumenta la competitività.

-combinare alcuni fornitori che già vendono in dropshipping con un software di automatizzazione rendendo automatici i processi di catalogazione e di ordini tra clienti e fornitori. In questo modo si ha il controllo sui passaggi, ma è possibile personalizzare il proprio sito.

I prodotti ideali da vendere in dropshipping dovrebbero avere un costo che va dai 20 ai 50€ poiché prodotti troppo costosi vengono acquistati più difficilmente senza vederli o provarli. Inoltre è sconsigliato vendere prodotti fragili che potrebbero subire danni durante il trasporto, prodotti pesanti e ingombranti, armi che potrebbero comportare problemi in dogana e prodotti “ad acquisto ragionato” cioè costosi o che devono necessariamente essere testati.

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